linee di pensiero e di intervento

la necessità di riunirsi in un gruppo di lavoro, nasce dall’esigenza di potere superare ognuno i limiti dei rispettivi campi d’applicazione: l’obiettivo principale del progetto box36 è quello di approfondire e sperimentare nuove tecniche e interazioni tra realtà appartenenti al campo dell’arte e della comunicazione, senza tralasciare la riflessione e l’indagine sociologica, che è alla base di qualunque analisi e riflessione artistica.

la scelta dell’installazione come luogo di ricerca nasce da ovvie considerazioni sulla definizione dello spazio, inteso come contenitore dinamico all’interno del quale risulta possibile intervenire attraverso i media della luce, dell’immagine e del suono, coinvolgendo in maniera trasversale lo spettatore che, di fatto,una volta dentro è circondato e assume a sua volta una propria collocazione all’interno del tutto. lo spazio quindi è capace di potere raccogliere esperienze e competenze differenti e la nostra ricerca, orientata a studiarne le potenziali applicazioni, tende ad utilizzarlo come catalizzatore percettivo.

box36 è un sistema aperto, pronto ad accogliere chiunque avesse voglia di proporre e sviluppare idee, progetti, e assemblaggi di natura differenti. è quindi previsto che, all’interno delle opere proposte da box36, si possa assistere di volta in volta all’avvicendarsi di diverse persone e figure professionali, a seconda del tipo di lavoro che verrà sviluppato.

il progetto nasce nel 2007 dall'unione di esperienze differenti:

luca mannino* | laureato all’accademia delle belle arti di palermo, è impegnato da tempo nel campo delle arti creative.
antonio cusimano* | progettista grafico multimediale, si interessa di ricerca video e programmazione.

collaborano con noi:

angelo cultrera* | laureato in ingegneria informatica, si occupa di programmazione e composizione di musica elettronica.
giulio bordonaro* | laureato in scienze e tecnologie dell'arte, lavora a milano come graphic designer.
gianluca scuderi* | laureato all'accademia di belle arti all'univesrità politecnica di valenzia, lavora come motiongrapher e graphic designer.
luca rinaudo* | si occupa di programmazione e composizione di musica elettronica.

curriculum

il collettivo ha partecipato a:

mostra collettiva contaminazioni 07
agosto 2007 |  balestrate, palermo

internazionale di arte multimediale contemporanea porrinha cê é pequeña
settembre 2007 | skip la comune, palermo

manifestazione udu camp festival
maggio 2008 | università degli studi di palermo

aperitivo wilab - wintercase
febbraio 2009 | left, palermo

visual session addictive tv
maggio 2009 | tonnara florio, palermo

collettiva  di pittura e videoarte la confusione ha sempre la sua logica sistemazione
maggio 2009 | left, palermo

concorso per la promozione dell' arte contemporanea in italia premio celeste
ottobre 2009 | www.premioceleste.it

rassegna di musica e arti elettroniche elettrofly
ott-nov- dic 2009 | palermo

opening performance mostra personale di luca mannino assemblaggi
settembre 2010 | teatro mitreo, roma

support visuals mostra fotografica di igor petyx subway
aprile 2011 | sottopassaggio pedonale, palermo

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progetti

aperformance

composizione del gruppo e ruoli all'interno del progetto

luca mannino | ideazione & progettazione
antonio cusimano | editing video & programmazione
luca rinaudo | audio composer
fabrizio pietrolati | performer
daniele della valle | live shooting
daniele lustri | studio shooting

gli elementi che entrano in gioco nell’opera “aperformance”, costruiscono una grande video scenografia all’interno della quale fabrizio pietrolati, gallerista di galleria uno, traforma la sua identità e l’ambiente che lo circonda attraverso le sue azioni. il lavoro nasce dal desiderio di avvicinare concettualmente la figura dell’artista a quella del mercante d’arte, in un momento in cui questi mondi stentano sempre più a trovare un contatto costruttivo. all’interno del proggetto, infatti, questo rapporto diviene la parte generatrice dell’opera d’arte. il risultato finale sarà per lo spettatore un grande quadro animato, composto da diversi elementi che si muovono e costruiscono lo spazio scenico e il tappeto sonoro dell’opera.

elementi:

cubo 1
sopra un cubo bianco, posto sulla sinistra della scena, è poggiato un proiettore; dal cubo parte un bus di cavi che termina con un connettore.

cubo 2
sopra un cubo bianco, posto sulla destra della scena,è poggiato un altro proiettore; dal cubo parte un bus di cavi che termina con un connettore.

cubo 3
al centro della scena è presente un terzo cubo, l’operatore, che funziona alternativamente da contenitore e da seduta; in questa zona si svolgono tutte le azioni di fabrizio.

costume
i costumi indossati da fabrizio sono estensioni (ottenute attraverso assemblaggio di rifiuti elettronici) che si applicano direttamente sulla pelle: un gambale, un guanto meccanico e una maschera che costringe il viso in una sorta di imbuto, annullando gli organi percettivi di chi la indossa; la maschera ha due alloggi in cui si connettono i bus che partono dai cubi.

video
il video è presente attraverso le due grandi proiezioni sulla destra e sulla sinistra della scena, funge da filo conduttore della performance e diventa la finestra attraverso cui il pubblico può entrare dentro l’attore e osservare il processo di trasformazione che lo sta interessando. l’alternaza dei loop video è direttamente comandata dalle azioni dell’attore.

audio
un tappeto sonoro minimale si trasforma progressivamente in una melodia, accompagnando lo svolgimento della performance; il suono si arricchisce di ulteriori loop audio contenuti nei video che si alternano.

fabrizio
è l’attore e rappresenta il gallerista nella sua maschera sociale; si dichiara al pubblico come tale e al momento stesso comincia il processo di trasformazione che lo porterà a diventare l’opera d’arte: un ibrido macchina-umanoide dove si confondono i caratteri umani e quelli artificiali.

aperformance

roma | per galleria1 | teatro mitreo | 24.09.2010

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glitch tv

composizione del gruppo e ruoli all'interno del progetto

luca mannino | installazione
giulio bordonaro | ideazione
antonio cusimano | editing video & programmazione

glitch-tv rappresenta una riflessione sugli effetti e i danni causati dalla compressione digitale e quindi dal danneggiamento subito da supporti, quali immagini, foto, video e suoni. l'estremo degrado dei contenuti porta spesso a modelli astratti e a forme pure che acquistano ora un nuovo tipo di bellezza artificiale.
glitch-tv si concentra sulla banalità e la superficiale consistenza dei programmi televisivi e ne ripropone una nuova veste minimale: estremizzando e trasformando il concetto di intrattenimento e rivalutando i processi del danneggiamento.
l'installazione è composta da un piccolo schermo tv su cui vanno in onda brevi estratti dei principali canali televisivi italiani, un grande schermo di proiezione in cui gli stessi brani vengono compressi, danneggiati e resi quasi irriconoscibili, generando nuovi modelli vivi e vibranti e infine da un telecomando che metta in gioco anche il fruitore.
l'interazione con il pubblico è incoraggiata infatti attraverso un telecomando che permette di scorrere o fare zapping fra i diversi canali come su di un vero televisore.

glitch

per l’installazione e la messa in opera sono necessari:

• spazio di montaggio a partire da  6 m x 4 m x 3m
• n°1 video proiettore [risoluzione minima 800px X 600px]
• n°1 monitor 4:3
• casse acustiche
• p.c. [requisiti minimi di sistema: processore dual core 2 ghz, ram 2gb]
• tastierino numerico usb

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v.log

composizione del gruppo e ruoli all'interno del progetto

luca mannino | ideazione & progettazione
antonio cusimano | editing video & programmazione

sempre più spesso l’uomo contemporaneo tende a recitare inconsciamente ruoli e riti sociali che lo privano dell’essenza della propria natura. la società ormai si caratterizza per l’infinito numero di figure e ruoli che costringono l’individuo a rinunciare all’espressione del proprio potenziale: ognuno è chiamato a recitare il ruolo che questa ha assegnato loro. secondo Jung quanto più è vasta una comunità, tanto più i valori collettivi vengono esercitati a danno del valore individuale attraverso tabù e pregiudizi conservatori, annullando moralmente e intellettualmente l’individuo e inaridendo l’unica fonte di progresso morale e spirituale della società stessa. i caratteri individuali del singolo sono condannati dunque ad essere repressi. la “persona”, che nel teatro latino era la maschera indossata dall’attore per amplificare il suono della propria voce, diventa oggi il compromesso fra l’individuo e la società su “ciò che uno appare”. la “personalità” è diventata la maschera che simula l’individualità, che fa credere agli altri e a se stessi di essere “individui”. inquietudini e perversioni si muovono al nostro interno provocando un tumulto continuo di pensieri contradditori che ci divorano dal di dentro, la vera individualità giace nascosta e batte colpi dal di dentro pretendendo l’espressione della propria potenza.

v.log nasce proprio da queste considerazioni, attraverso un’accurata disposizione degli elementi scelti per realizzare l’istallazione, vuole smascherare lo psicodramma che siamo chiamati a recitare quotidianamente. erica, protagonista della proiezione si racconta attraverso una sequenza di immagini composta da ritagli del suo video blog.  lo spettatore non può sentire la sua voce ma solo un sinistro fruscio, proveniente da una vasca di vetro colma di larve  di mosca che si dimenano disordinatamente. situata all’interno dello spazio scenico infatti troviamo una struttura cubica nella quale è inserita una vasca di vetro retro illuminata colma di vermi, che appaiono allo spettatore come magma che ribolle. una webcam riprende le larve in tempo reale e tramite software le sostituisce all’incarnato della protagonista, smascherandola concettualmente. a questo punto vediamo erica senza la sua inconsapevole maschera sociale, e abbiamo visivamente accesso al tumulto interiore dell’individuo. componente fondamentale dell’opera è lo spettatore che col suo intervento può modificare il contenuto della vasca attraverso la disposizione dei vermi, e il medium della luce, interagendo simbolicamente “con lo stato d’animo del protagonista” al pari degli agenti esteriori che ogni giorno viviamo nella realtà.

v.log

per l’installazione e la messa in opera sono necessari:

• spazio di montaggio a partire da  4 m x 4 m
• distanza dei proiettori dallo schermo 2/3 m, secondo lo spazio disponibile
• n°1/2 video proiettori potenza minima [risoluzione minima 800px X 600px].
• casse acustiche min 100 w con sub woofer
• p.c. [requisiti minimi di sistema: processore dual core 2 ghz, ram 1gb]

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robo.do.go.

composizione del gruppo e ruoli all'interno del progetto

luca mannino | disegno e art director
antonio cusimano | editing video, programmazione & suoni

l'uomo, svuotato di contenuti, ora trabocca di azioni meccaniche, standard, una vita ripetuta, una litania snervante che implica un punto di rottura [tortura] imminente: un ritorno alla bestialità, l'istinto primordiale/animale che diventa simbolo della follia e prende forma attraverso un percorso grottesco e allucinato capace di riscattare per pochi istanti la follia di quella stessa vita.

robo.do.go mette in opera un loop video concepito come un grande cartellone pubblicitario, dove azioni ripetitive e standardizzate si susseguono, scandite temporalmente dall’alternanza delle fasi del giorno [mattino, pomeriggio, sera e notte]. il personaggio [un umanoide composto di ritagli video] raffigurato nell’atto di portare il cane a passeggio, non conserva più alcun carattere umano così come il suo fedele amico trasformato in una macchina che esplicita la sua funzione di freddo testimone della giostra che si muove attorno a loro. nessuna azione dell’umano meccanico può arrestare né modificare il procedere dello sfondo, realizzato attraverso una serie di scatti fotografici del centro storico di palermo, che scorrono colorandosi secondo i colori rgb che dividono la scena in 3 parti. l’ambientazione all’interno di un paesaggio di rovine urbane [spesso oggetto della pittura paesaggistica locale] è stato scelto per rimarcare l’apparente distanza tra le dinamiche globali prese in analisi e quelle locali che, apparentemente, sembrano tirasi fuori da questo gioco, ma che in realtà sono solo lo sfondo di processi ampiamente in moto. robo.do.go. rimane fermo, non si muove, piuttosto è lo spazio circostante che lo fa al suo posto, una litania snervante che implica un punto di rottura imminente, che si esplicita solo in due momenti che lo estraniano e lo proiettano all’interno della carne; un ritorno immediato alla bestialità, all’istinto primordiale/animale che diventa simbolo della follia e prende forma attraverso un percorso grottesco capace di riscattare per pochi istanti la follia di questa stessa vita. le lamiere e i frammenti video che lo compongono lasciano spazio alla carne morta e alla catena industriale del macello; robo.do.go. si tinge di rosso, lascia la testa quadrata per una nuova identità bovina, trasformandosi in una sorta di minotauro postmoderno. tutta la natura sintetica si modifica e vibra, l’intero ambiente accompagna questa trasformazione: lo sfondo lascia per pochi istanti i colori dell’rgb per tingersi di un rosso che incornicia larve di mosca danzanti all’interno di frattali [che sembrano minacciare l’integrità della carne]; l’audio si riempie di muggiti vaccini che sembrano invocare aiuto e che conferiscono all’ambiente un tremore di allucinata instabilità.

robodogo

per l’installazione e la messa in opera sono necessari:

• spazio di montaggio per lo schermo a partire da 10m x 3m
• distanza dei proiettori dallo schermo 4 metri
• n° 3 video proiettori risoluzione minima 800px X 600px.
• n° 1 tripartitore digitale di segnale video
• casse acustiche min 100 w con sub woofer
• p.c. [requisiti minimi di sistema: pentium d 3ghz, ram 2gb]
• materiale per l’allestimento dell’installazione in loco
• n°3 parallelepipedi di legno [b 50*50cm h *60 cm] | n°1 rosso, n°1verde, n°1blu.
• n° 45 fogli di polistirolo 0,50*1 m

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the sex machine

composizione del gruppo e ruoli all'interno del progetto

luca mannino | ideazione e progettazione
angelo cultrera | processing e suoni
antonio cusimano | editing video

the sex machine è una profonda riflessione sul nuovo fenomeno della cybercultura. la presenza ossessiva delle tecnologie dagli anni ottanta del novecento ad oggi, ha trasformato l’uomo contemporaneo, proiettandolo dentro la rete all’interno di un crocevia multi dimensionale di informazioni, immagini e suoni. rapporti digitali circondano un uomo che tende sempre più spesso a rifugiarsi in un ossessivo e perverso utilizzo patologico delle risorse. un quadro per molti versi complesso e carico di significati, ci introduce all’osservazione e all’analisi di due dimensioni separate, che spesso si toccano e si influenzano vicendevolmente senza mai comprendersi a pieno. la dimensione “reale” non riesce ancora a dare il giusto peso alle inedite dinamiche sociologiche che la tecnologia ha portato con sé in un intervallo temporale brevissimo; la dimensione digitale d’altro canto rischia di diventare l’ultimo rifugio pronto a custodire perversioni e debolezze dell’umanoide contemporaneo. che la rete stia davvero trasformando l’essere umano nel famigerato cyborg? tecnologia e carnalità si confondono, creando nuovi automi e nuove macchine umane. the sex machine si presenta come un automa ibrido, a metà tra scultura, pittura, istallazione e video arte; ibrido com’è ibrida la realtà che vuole raccontare.

la messa in opera del lavoro che presentiamo è da considerarsi come una performance per via del materiale esauribile impiegato nel funzionamento del macchinario. sia il sangue che il rullo di carta che viene utilizzato ha una durata di circa quattro ore, al termine delle quali si realizzerà l’installazione permanente composta dalla macchina ferma, dalla sacca svuotata e dallo scenario disseminato dagli schizzi di sangue che invadono lo spazio scenico; al posto del video in tempo reale, questa volta scorrerà un filmato contenete le riprese della performance effettuate sul luogo. il tutto sarà istallato all’interno di uno spazio (preferibilmente neutro e isolato), anche se l’installazione della macchina e delle sue parti può essere ridiscussa e studiata rispetto all’ambiente che si vuole utilizzare. il progetto, per quanto non modificabile nelle sue parti principali, riserva ampi margini di versatilità e adattabilità a diversi luoghi e situazioni.

sexmachine

per l’installazione e la messa in opera sono necessari:

• spazio di montaggio a partire da 3m x 4 m
• sangue (realizzato con cacao e coloranti alimentari)
• rullo carta da plotter, 50 mt, per un’autonomia di4 ore [durata della performance]
• video proiettore risoluzione minima 800px X 600px.
• casse acustiche provviste di sub woofer
• p.c. [requisiti minimi di sistema: pentium d da 2 ghz, ram 1 gb]
• webcam a partire da una risoluzione di 800px X 600px

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